Martedì l’Aula Poeti, al Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna, era piena di ascoltati in occasione dell’apertura del Master sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Un interesse e che mi ha fatto piacere, perché ho ricordato quando, nella stessa aula, ascoltavo Achille Ardigò, che ci ha introdotto in questo lungo cammino di studi e di sconvolgimenti.Ho parlato dopo Costantino Cipolla (Direttore Scientifico del Master), Lorenzo Gubian ( Regione Veneto), Cesare Borghi e Eugenio Di Ruscio ( Regione a Emilia Romagna).
Ho ribadito che Internet, nella sua terza fase delle reti ad Alta Comunicazione per governare con i cittadini la PA, la sanità e il welfare, deve prevedere una biforcazione importante dell’offerta industriale di ITC attraverso una industrializzazione del FSE. Questa sfida andrebbe raccolta dalle maggiori aziende nazionali ed europee, come condizione per una rapida messa a disposizione di nuove teologie di sistemi e-Health: ad esempio per ottenere in rete dati strutturati, passando dall’archiviazione elettronica dei documenti (PDF) a quella dei dati (bit).
L’economia dematerializzata, l’unica in grado effettivamente di fornire in Italia nuovi posti di lavoro nei prossimi anni, potrebbe ricevere impulso dal FSE diffuso a tutti i cittadini. Mettendo così in soffitta le chiacchiere sulle Smart City, ecc.
Cup2000, assieme ad alcune altre aziende in house delle Regioni, si è messa su questa strada. Sta predisponendo un piano industriale per rilanciare la sanità elettronica italiana e costruire nel centro-nord un grande distretto dell’industria e-Health, con immediate possibilità di diffusione nelle regioni meridionali, anche attraverso una politica di cooperazione e riuso tra regioni.
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