Ieri si è svolto all’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli l’incontro di presentazione del mio libro e-Health edito da Il Sole 24Ore Sanità.
Ho avuto la grande soddisfazione di raccontare la bella esperienza che ha visto nascere il Fascicolo Sanitario Elettronico in Emilia-Romagna davanti a una platea di medici, studiosi, docenti dell’Università di Napoli, amministratori che rappresentavano gran parte della sanità di Napoli e della Campania. Il convegno aperto da Tonino Pedicini, direttore generale del prestigioso Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”, ha visto l’intervento di Mario Luigi Santangelo, Assessore alla Sanità della Campania, nonché luminare dell’Università di Napoli e scienziato medico di fama nel campo dei trapianti. Tra gli altri sono intervenuti Gaetano Sicuranza dell’ARSAN e con il quale ho condiviso la bella esperienza dell’Osservatorio Nazionale delle reti e-Care. Ho avuto da questo incontro una bella impressione di un mondo che spesso viene percepito in modo sbagliato: quello della sanità di una grande città e di una grande regione come Napoli e la Campania. Il fatto che la sanità Campana sia in grave crisi economica porta spesso ad oscurare la dimensione e le potenzialità scientifiche e assistenziali di un mondo che ha eccellenze e risorse del tutto eccezionali, con pochi riscontri in Italia e forse in Europa. La medicina e la sanità di Napoli e della Campania sono un polo di grandissima eccellenza, con scienziati e maestri di fama internazionale. Lo stesso Assessore Santangelo è un raro esempio di amministratore che raccoglie nella sua figura queste caratteristiche.
Forse quello che manca in questa regione politicamente martoriata (ma anche la mia città da un po’ di tempo non è da meno) è un’architettura organizzativa del Servizio Sanitario che possa permettere la piena valorizzazione di questa eccellenza, a partire dall’Istituto Pascale che ha ospitato il convegno. Quale modello suggerire agli amici di Napoli e della Campania? Un modello altamente strutturato, come quello di alcune regioni del Nord tra cui l’Emilia-Romagna e la Lombardia, che ha dato buoni frutti in una situazione di crisi economica, ma che riflette fortemente l’organizzazione burocratica del secolo che abbiamo alla spalle? Oppure pensare – come io ritengo – a un modello nuovo, del terzo millennio incentrato su internet, le reti, il fascicolo sanitario elettronico a tutti i cittadini, il CupWeb, la condivisione dei dati in rete tra medici di famiglia e medici specialisti ospedalieri? Un modello basato sulle reti e la burocrazia leggera. Ieri parlando dello straordinario incontro tra internet e la sanità (un incontro che riserverà scenari futuri ancora da esplorare) ho caldeggiato questa seconda ipotesi. È un’idea che ha continuato ad aleggiare nella mia testa, con uno scenario di bei progetti di collaborazione tra quello che stiamo facendo in Emilia e quello che si potrebbe fare in Campania durante le ore che poi ho trascorso nell’eremo dei Camaldolesi sul colle più alto di Napoli dove le suore, gentilmente mi hanno ospitato.
Rassegna stampa: “e-Health, riflessioni sul fenomeno sociale e tecnico” (LaStampa.it)
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