Nelle Marche non c’è ancora traccia del Fascicolo Sanitario Elettronico. Ma tutta la sanità è ancora lontana da Internet e dall’era post-burocratica

Giovedi scorso, tardo pomeriggio. Eravamo tutti nella bella ‘Libreria Coop’ del centro storico di Pesaro per un confronto sul futuro del Fascicolo Sanitario Elettronico, la sanità dematerializzata e, soprattutto il ‘welfare a bassa burocrazia’. Ma senza il primo (FSE) non c’è in sanità un welfare più dalla parte del cittadino, meno burocratico. Si è avuta conferma, ascoltando il segretario della Fimmg (medici di famiglia), il DG di un grande ospedale pubblico e altri professionisti, che nella Regione Marche il Fascicolo Sanitario Elettronico è ancora nel mondo dell’avvenire. Non solo non c’è ancora un’infrastruttura tecnologica regionale, ma nelle singole realtà locali il livello di informatizzazione è quasi ovunque inadeguato. Eppure la legge prevede che entro il 2015 tutti gli italiani avranno il diritto di attivare il Fascicolo, come ha ricordato la professoressa Licia Califano, membro dell’Autority Garante della Privacy, presente al dibattito (coordinato da Lella Mazzoli, dell’Università Carlo Bo di Urbino). E le Marche non è una regione ‘arretrata’, nemmeno in sanità. Succede così che i cittadini di Riccione hanno diritti diversi da quelli di Gabicce, almeno in fatto di FSE.

Penso però che il problema sia più generale è che, nonostante i progressi compiuti in regioni virtuose in fatto di sanità elettronica, la sanità italiana nel suo complesso non riesca ancora a misurarsi con lo storico appuntamento del passaggio all’era di Internet. Il Fascicolo non è che  la prima tappa di questa strada del futuro. Anche da noi, in Emilia-Romagna, si parla e si scrive di superamento del fenomeno delle lunghe liste di attesa, o di innovazione in sanità, senza collegare direttamente queste speranze al passaggio epocale ad una sanità ad alta comunicazione, dove tutte le comunicazioni  (di salute-malattia) viaggiano alla veloce della luce dei bit. Come accade nelle banche, nella finanza, nei trasporti, ecc.

Il problema è innanzitutto culturale, come è stato detto giovedì a Pesaro: le élite che governano il sistema non hanno ancora assimilato questa nuova cultura che separa i bit dagli atomi e che crea l’era post-burocratica, quella che può intervenire nella drammatica separazione tra esigenze del sistema e necessità dei cittadini.


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