Giovedì 20 dicembre, all’Università di Urbino (Facoltà di sociologia, Insegnamento di sociologia dell’organizzazione, sede di Pesaro) ultima lezione prima delle vacanze natalizie. L’argomento sviluppato interesserà certamente alcuni lettori del blog appassionati di Internet, ma anche di e-Health: la “geografia” dei nodi (e degli hub) nel cyberspazio, e, più specificatamente la loro connotazione come nodi ambientali (del mondo vitale delle persone, del cittadino) e nodi sistemici (del mondo delle organizzazioni, degli enti, delle imprese). Quando entriamo nel mondo di Internet non siamo soltanto delle persone. Lì l’elemento umano si somma a quello tecnologico (il nostro PC, la connettività, il software che usiamo): siamo esseri tecno-umani. I due elementi, quello umano della persona e quello tecnologico (dell’ICT), si fondono e diventano indistinguibili, come l’acqua e la farina nel pane; e creano un “nodo” della galassia di Internet composta di miliardi di altri nodi. La Rete è tecno-umana: senza le persone sarebbe un groviglio di tecnologia morta, fili e silicio; senza la tecnologia non esisterebbe Internet. Ma i nodi (esseri tecno-umani) non sono tutti uguali; anzi cambiano per grandezza e qualità. Un nodo grande, ovvero molto ricercato, molto linkato da altri nodi, diventa un hub, un mozzo con tanti raggi. Google o il blog di Beppe Grillo sono certamente degli hub, mentre il mio povero blog resta purtroppo un nodo, linkato da un numero di altri nodi infinitamente più piccolo. A parte la “grandezza” i nodi (e gli hub) possono essere, passatemi il termine, chiari (solari) o grigi (lunari), ovvero appartenere a due “specie” diverse: alle persone dell’ambiente vitale (del mondo in cui abitualmente viviamo con i nostri problemi e le nostre gioie, “l’unico mondo reale che ci circonda e che si da a noi” per usare un’espressione di Edmund Husserl) e alle (persone delle) organizzazioni. Le organizzazioni sono sempre un po’ più oscure, nei fini e nei mezzi, rispetto alla gente comune e questo giustifica gli appellativi che ho usato. Ma è solo questo che differenzia un nodo tecno-umano (ambientale) da un nodo tecno-organizzativo (sistemico)? Le persone che vivono e operano dentro e in funzione di un’organizzazione costituiscono l’elemento umano di un insieme complesso – il sistema organizzato – fatto di più parti, di capitale materiale e immateriale (conoscenza) non facilmente separabili tra di loro. Ancora una volta vale la metafora del pane, dell’acqua e della farina. In altre parole, l’elemento umano che agisce per conto dell’organizzazione opera in un contesto tecno-oranizzativo, non può scindersi dai fini e dai mezzi del sistema. Esprime una realtà di potere e il potere non è né umano né inumano, è a-umano. Nelle dinamiche tra sistemi organizzati e ambiente – che Niklas Luhmann ha iniziato ad analizzare dagli anni ’70 ma non ha potuto estendere alla complessa realtà della Rete – si esprime questa diversa specificazione tra persona integrata nell’organizzazione e persona vitale dell’ambiente. Non si tratta di un giudizio di valore, tanto meno etico o morale. L’umanità espressa in funzione di un’organizzazione (e a tutela della stessa) è cosa assai diversa da quella vissuta in funzione nostra vita e dell’ambiente vitale che ci circonda. Anche dal miglior operatore di una ASL o di un Comune, cioè di una istituzione creata per assistere la gente, non possiamo pretendere un’umanità disgiunta dalle dinamiche, non certo umane ma organizzative, della stessa organizzazione. Il nodo di un’organizzazione presente in Internet non è quindi tecno-umano, ma tecno-organizzativo, anche quando, necessariamente, dietro ci sono delle persone (dell’organizzazione). Ma questo è solo un aspetto del problema. Applicando la teoria dei sistemi ad Internet, ovvero ad una realtà composta esclusivamente da nodi tecno-umani (persone) e nodi tecno-organizzativi (persone integrate nelle organizzazioni) e da link, la prima cosa che si può osservare è il potere (comunicativo) della Rete di abbattere i muri che delimitano l’ambiente dai sistemi chiusi organizzati. Si formano reti, grafi di nodi e link, che debordano da questi confini: sono le reti tecno sociali, e-Care, che collegano nodi delle persone (tecno-umani) con nodi delle organizzazioni (tecno-organizzativi). Internet non è che una somma di reti, aperte e chiuse (come le intranet e le extranet) ognuna delle quali composta di nodi, hub e link (grafi cristallizzati dinamicamente, come un gorgo d’acqua e continuamente instabili), di valenza – come si è visto – diversa. La formazione di reti tecno sociali – che nella pubblica amministrazione o in sanità chiameremmo “aperte ai cittadini” – crea l’autentica rivoluzione della Nuova Internet. Anche i nodi oscuri (lunari) si schiariscano e tendono a diventare solari. Le organizzazioni – a partire da quelle pubbliche – nell’era di Internet dovranno aprirsi, abbattere confini e tassi di autoreferenzialità. Il tema, di eccezionale complessità e importanza per un’analisi del rapporto tra Internet e l’organizzazione pubblica dei servizi, è trattato (ma solo parzialmente) nel capitolo 5 del mio libro “Internet e Sanità, organizzazione e management al tempo della rete”.
p.s. gli aggettivi lunare e solare vengono comunemente utilizzati nella lingua e nella letteratura araba, con la differenza che in arabo la luna, alqamar, non è solo “splendente nell’oscurità” ma anche di genere maschile, quindi ancor più minacciosa e oscura. Per una chiara spiegazione del rapporto tra nodi, hub e link e grafi nella Rete, il riferimento è, ovviamente, al bel libro di Barabasi “Link, la scienza delle reti”, pubblicato da Einaudi, ma anche a quello di Luccio e Pagli, “Storia matematica della Rete. Dagli antichi codici all’era di Internet”, Bollati-Boringhieri. Ogni accenno alla dinamica e alla complessità delle reti è comunque riferita agli studi di Hofstadter, Kauffman, M.C. Taylor, ampiamente citati in “Internet e Sanità”.
Persone, nodi e organizzazioni: un futuro per comunicare
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