CHI STABILISCE CHI HA DIRITTO AL TAMPONE?

(dal Blog del Sito Associazione Achille Ardigò domenica 29 marzo 2020)
Il caso della dottoressa Laura Licchetta è emblematico di una situazione grave che rischia di sfuggirebbe ad ogni controllo. La nostra Associazione riceve in questi giorni moltissime segnalazioni e  informazioni da operatori sanitari, per non dire di quelle avute da singoli cittadini, su disfunzioni e comportamenti scorretti da parte di una burocrazia spesso arrogante. Di fronte a situazioni non solo di sospetta malattia ma di chiari sintomi della presenza del virus, non sono pochi quelli a cui viene data una risposta a dir poco burocratica. Numeri Verdi che non rispondono o danno risposte del tutto inadeguate. Medici di famiglia abbandonati a se stessi che non sono in grado di far fronte alle numerose richieste dei loro assistiti. Personale medico in ospedale costretto a operare in condizioni assolutamente di mancata tutela della salute, con pochissime mascherine, qualche guanto che non vengono sostituiti. Dottori in prima linea che dovrebbero essere controllati perché continuamente esposti alla malattia e ai quali non viene fatto alcun tampone. 

In questa situazione di grave crisi emergenziale non è possibile accettare l’idea che i normali diritti costituzionali alla cura e la prevenzione siano sospesi o comunque a discrezione di chi decide e non può chiamarsi fuori e scaricare ogni responsabilità su altri.  Ma ciò che non è poi assolutamente accettabile e l’irritazione per ogni critica o per ogni pubblicizzazione delle informazioni che denunciano tutto questo. Lo dico ancora più chiaramente: si ha la netta sensazione di essere in quelle situazioni di guerra in cui colonnelli e generali impongono leggi di emergenza stabilendo loro quali diritti sono esigibili e quali no, perché il nemico è in ascolto. Un dirigente sanitario della AUSL ha risposto infastidito alla coraggiosa denuncia di Laura Licchetti, apparsa oggi sui giornali e ancora prima su questo sito della nostra Associazione. Laura – medico di un ospedale in prima linea come il Bellaria e per giunta con sintomi di malattia al COVID19, per ottenere un tampone, che poi ha avuto aspettando al pronto soccorso dalle 11 del mattino alle tre di notte, ha dovuto lottare giorni e giorni. Il dirigente dell’AUSL le ha risposto con queste parole: “non dovrebbe sfuggire a nessuno che in una situazione di risorse carenti si devono adottare scelte operative tese a indirizzare quanto è disponibile dove è più necessario”. Gli ha fatto eco il direttore delle pagine bolognesi del Resto del Carlino, Valerio Baroncini, scrivendo sul suo giornale che ‘in queste ore fare polemiche sui tamponi..è davvero fuori luogo” perché contano i risultati. Allora la domanda che noi facciamo come Associazione Achille Ardigò, che da sempre si batte per il rispetto sostanziale e non formale dei diritti del cittadino nella sanità, è questa: chi stabilisce ‘il dove è più necessario’? Chi stabilisce chi ha diritto di essere curato? Chi ha diritto al tampone e chi no? Questa scelta tra la vita e la morte non può rimanere a discrezione di una burocrazia sanitaria. Se ciò avvenisse sarebbe la sospensione e la fine dei nostri diritti costituzionali.


Commenti

2 risposte a “”

  1. Silvano

    Purtroppo in tali situazioni l’umanità tira fuori, purtroppo solo in pochi casi, il meglio di sé stessa e negli altri casi? IL PEGGIO!
    Purtroppo la cattiva organizzazione e la mancanza di linee guida chiare e quindi ben comprensibili a tutti portano al CAOS! Nel CAOS tutti diventano Generali e quindi le guerre sono già perse in partenza!
    Buona Domenica delle Palme e Buona Pasqua a tutti!

  2. Silvano

    Purtroppo il sistema sanitario ha commesso gravi errori quando da oltre 20 anni hanno iniziato a chiudere una serie di ospedali ” minori” ed essere costretti a ricorrere agli “Ospedali-Tenda” . senza considerare la mancanza totale di quegli accessori indispensabili in motivi di emergenza. L’emergenza è sempre da prevedersi in primo piano a…prescindere. La decantata eccellenza della sanità fa acqua da tante parti : liste di attesa lunghe a non finire. I ticket spropositati che obbligano a rivolgersi , forse artatamente, alle strutture private…i mali della sanità sono tanti. Le 3 P, Prevenire, Prevedere, Provvedere che fine hanno fatto! Cordialità.

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