ATTENZIONE, QUELLA APP NON PUÒ FUNZIONARE!

La App scelta dal Ministero del’Innovazione e dalla sua pletorica commissione tecnica-task force  (74 componenti!) per monitorare gli italiani affetti da coronavirus o soltanto positivi, non può funzionare. Le ragioni non sono tanto politiche, cioè quelle raccontatate oggi da un giornale nazionale. In un un articolo apparso in data odierna La Repubblica scrive che dietro la società vincitrice del concorso ci sarebbero importanti gruppi e personaggi politici del nostro paese. Il problema è un altro. L’App resta fuori da ogni disegno architettonico eHealth, cioè di sanità pubblica elettronica cosiddetta ad alta comunicazione
Questo tipo di App non sono nuove. Si tratta delle cosiddette App di generazione pHealth (Personal Health). I grandi provider, come Google ed Apple, le conoscono bene e  anche i paesi del Nord Europa e dell’America del Nord le hanno studiate come forma di patient connected care. La presa in carico di un paziente permanentemente connesso, indipendentemente dalla sua situazione di geo-localizzazione: casa, lavoro attività ricreative. Alcuni anni fa ci fu un convegno ad Oslo interamente dedicato a questo tipo di tecnologie per monitorare pazienti portatori di patologie croniche ad altro rischio, come i cardiopatici. Ma anche per seguire pazienti ‘fragili’. App valide, in prospettiva , per tutti i cittadini aI fini della prevenzione delle malattie e per favorire una vita sana. 
Don Tapscott e Anthony D. Williams, due autori statunitensi, ne parlarono nel loro famosissimo libro, uscito nel lontano 2006, Wikinomics: How Mass Collaboration Chances Everything. Nel libro si propone esattamente quello di cui si parla oggi: una specie di App che segua il cittadino e lo mantenga costantemente connesso. Cosa non va nella scelta compiuta dal ministero italiano? Questa App, come si diceva, è avulsa da un’architettura eHealth, cioè da un serio sistema informativo della sanità nazionale per seguire la salute degli italiani e non soltanto il Coronavirus. Non si può fare un’App per gli infettati e tanto meno per quelli che potrebbero infettare. Ma stiamo scherzando! Pensiamo veramente che qualcuno aderirebbe alla ‘App degli untori!’ È un assurdo soltanto pensarlo. Un prodotto della mente di quella strana commistione che sta avvenendo drammaticamente nel nostro paese tra scienza e politica, dove quest’ultima si impone trovando intellettuali (di non chiara fama) consenzienti e subordinati. Trovo strano che il mercato si adegui. Anche se osservo con piacere che grandi provider internazionali come Google ed Apple, che hanno contribuito a costruire quello che si chiama Internet della gente, giustamente si rifiutano di aderire a questo pasticcio molto politico e poco scientifico.


Commenti

2 risposte a “ATTENZIONE, QUELLA APP NON PUÒ FUNZIONARE!”

  1. pietro de micheli

    Sono d’accordo caro Mauro ….. La Pisano ha fatto una commissione do 70 esperti ….
    70 esperti fanno solo confusione ….. e poi Consip ….. la distruttrice del settore informatico italiano …

    1. Mauro Moruzzi

      Già

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