Sull’interessante dibattito aperto dal Corriere della Sera (Bologna) ho scritto un articolo che troverete pubblicato oggi su questo giornale. E’ infatti singolare che il confronto politico sul futuro della Citta’, che sta riempendo le pagine locali dei giornali in vista di primarie ed elezioni comunali – anche con contenuti frivoli – sottovaluti uno degli aspetti drammatici della situazione sociale bolognese: la città è tra le più vecchie del mondo con 100.000 persone con oltre 65 anni (26%) e 40000 con oltre 80 anni (9%). Molti di questi ‘grandi anziani’ sono anche in condizioni di non autosufficienza o parziale autosufficienza (circa 10.000). Oltre 3000 di questi anziani fragili sono oggi seguiti dal servizio e-Care fornito da Cup2000 per conto della Asl, Comune e Provincia. Un servizio online che fornisce un telefono a casa (collegato 24 ore ad un call center) per ogni problema e integrato con i servizi sociali e sanitari. Il progetto – a cui diete un contributo ideativo importantissimo Achille Ardigò nell’ultimo periodo della sua vita – appare come la soluzione più appropriata per riorganizzare radicalmente l’intera rete assistenziale bolognese. Ma non mancano resistenze e incomprensioni, anche se un particolare impegno è stato profuso dalla Conferenza Socio-Sanitaria Metropolitana. L’e-Care è una soluzione interessantissima, promossa dalla stessa Comunità Europea e già fatta propria da diversi paesi del nord Europa. L’esperienza in atto a Bologna (e a Ferrara) potrebbe essere rapidamente estesa a tutta la regione Emilia Romagna nella prospettiva di un welfare e di una sanità sempre più personalizzata ai bisogni della gente e meno costosa, perché meno ospedalizzata.
Bologna anziana: l’e-care
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