NON SI ESCE DALLA CRISI CON IL MATTONE
da “la Repubblica Bologna” del 21 gennaio 2009
E’ apprezzabile l’intento del Sindaco e delle istituzioni bolognesi di invitare le aziende pubbliche locali e il mondo imprenditoriale ad investire per far fronte alla crisi. Ma sulla direzione verso cui indirizzare questo pregevole sforzo c’è ancora – come risulta dall’incontro di ieri a Palazzo d’Accursio – un po’ di confusione. Il Presidente Obama ha in più occasioni detto e scritto che la risposta a questa prima grande crisi del nuovo millennio deve essere necessariamente selettiva e ha subito indicato come campi di intervento la green energy e il welfare elettronico. La cartella clinica elettronica per tutti gli americani proposta nel programma del nuovo Presidente è una di queste risposte. Bologna -come ha ricordato l’imprenditore Sassoli De’ Bianchi all’incontro con Cofferati, Errani e Draghetti -non è ancora del tutto sbarcata nell’era di Internet . E possiamo tranquillamente aggiungere, neanche in quella delle nuove energie compatibili e del nuovo welfare comunicativo a burocrazia leggera. Ma, ascoltando molti degli interventi al summit di ieri, la ricetta nostrana prevalente parrebbe un’altra: infrastrutture ed edilizia. Viabilità, interporto, aeroporto, centri commerciali, padiglioni fieristici, edilizia sanitaria. Tutte cose utilissime, ma che avevano un significato innovativo e dirompente nella Bologna degli anni ’60, quando la città, uscita da un lungo periodo post-bellico, doveva dotarsi delle infrastrutture necessarie, a partire dalla tangenziale. E’ vero che siamo carenti di alcune fondamentali infrastrutture di trasporto per le persone, ma può essere questa la direzione dell’economia bolognese per fronteggiare la crisi? Forse la nostra classe politica ed economica deve compiere un ulteriore sforzo: pensare ad un progetto molto più in sintonia con i cambiamenti del nuovo millennio. Ripensare in termini di next economy a quei quattro o cinque pilastri che hanno sostenuto l’impresa locale negli ultimi decenni: il sistema assistenziale, i servizi tecnologici ambientali, l’occupazione qualificata e la sicurezza. La sfida di più lungo respiro è, quindi, il passaggio di Bologna nell’era delle tecnologie comunicative e multimediali e delle nuove soluzioni energetiche per abitare e produrre . Voglio ricordare che stiamo già dando a Bologna e in Emilia-Romagna la cartella clinica elettronica a tutti i cittadini e a tutti i medici. E allora, perché non fare della nostra città, in sinergia con la nascente industria dei provider di Internet e con l’Università, il polo nazionale del welfare elettronico? Centinaia e forse migliaia di giovani potrebbero trovare occupazione, come in parte sta già avvenendo, non solo come ingegneri e progettisti, ma anche come operatori qualificati di call-contact center, help desk per assistere da casa le persone anziane, le famiglie, riducendo burocrazia e costi ospedalieri. È solo un esempio . Ma una cosa è certa: la vecchia economia delle infrastrutture pesanti e del cemento non ci farà volare oltre la crisi. Mauro Moruzzi
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