Ho raccontato, al recente convegno sulle liste di attesa tenutosi a CUP 2000 (relatori Cofferati, Vandelli, Barigazzi, Bragonzi, Negrini, Rimondini, Di Ruscio, Savorani, Pizza , Bongiovanni, Pinelli, Liverani e altri, conclusioni Stefano Inglese) come è nato il primo Cup d’Italia, un pomeriggio di vent’anni fa, all’Ospedale S.Orsola-Malpighi di Bologna. Il dottor Giancarlo Pizza, oggi presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna, ma allora (come oggi) valente specialista oncologo, mi presentò il dottor Palareti, ricercatore del dipartimento di matematica e informatica dell’Università di Bologna. Da quel colloquio, e da un’idea che stava maturando in Comune a Bologna, decidemmo di “metter giù” un progetto. Due anni dopo il progetto, che nel frattempo aveva richiamato l’interesse di molti altri specialisti del settore (ma soprartutto del sindacato pensionati CGIL, lo SPI, grande sponsor politico dell’iniziativa), diventò realtà. Così nel febbraio 1990 partiva il primo sistema elettronico cittadino di prenotazione di visite ed esami. Bologna era la prima in Europa. All’inaugurazione – Aula Magna di Santa Lucia – era presente un attore molto caro agli italiani: Ugo Tognazzi, che per l’occasione recitò alcuni brani del Malato Immaginario di Moliére. Fu una tappa molto sofferta. Molti medici erano contrari e altri perplessi. Potei contare, come sempre, sull’appoggio convinto di due amici: Giuseppe Pinelli (primario di cardilogia all’ospedale Bellaria) e Cesare Maltoni (direttore dell’Istituto Addari, oncologo di grande fama). La cosa che più mi stupì all’epoca (oggi non mi stupirebbe) fu la contrarietà non solo dell’alta burocrazia sanitaria, che davo per scontata, ma di una parte della sanità “movimentista”, sindacalmente e politicamente “impegnata” nel “territorio”, con argomentazioni prettamente autorefereziali: la gente non può scegliere dove prenotare una visita, la tecnologia è un prodotto del consumismo, ecc, ecc… Quando, alcuni anni dopo, ho letto le opere di Peter Berger (..”bene battersi per più burro e meno cannoni, ma chi mangia poi il burro?…) ho capito molte cose. Ma tutto questo con il Cup c’entra poco. O forse c’entra…
Come è nato il primo CUP in Italia
—
da
Lascia un commento