Dalla Silicon Vally un’autorevole conferma della validità scientifica del nostro impegno

Secondo Daniel Kraft della Singularity University in Silicon Valley, nel 2012 l’innovazione raggiungerà ogni ramo medico specialistico, dalla diagnostica per immagini alla chirurgia robotica, dalla medicina rigenerativa alle geomedicina, dalla robotica indossabile alla genomica, Tra futuro e futuribile, ecco una rapida panoramica di strumenti e soluzioni dei prossimi anni.
L’ultima frontiera della dermatologia? Le informazioni sul paziente potrebbero essere immagazzinate nella nuvola ed essere disponibili a tutti, attraverso i computer intelligenti, istruiti per riconoscere le caratteristiche dermatologiche della macchia, fotografata tramite specifiche app dal medico di famiglia.
Così, solo nei casi in cui ve ne fosse veramente bisogno si verrebbe indirizzati dallo specialista, e anche chi si trova nelle zone più remote potrebbe aver accesso a una prima diagnosi. Un po’ quello che già fanno alcune applicazioni per smartphone come Skin scan, che elabora l’immagine scattata dall’utente e lo aiuta anche a trovare il dermatologo più vicino da consultare. Secondo Kraft presto anche sistemi di intelligenza artificiale come Watson dell’Ibm potrebbero essere applicati al campo medico.
Il mercato delle stampanti 3D cresce e i prezzi si abbassano, e presto potrebbe accadere lo stesso anche nel campo della medicina rigenerativa. Se infatti si parla già di stampanti 3D per la produzione di ossa artificiali e di bioprinting in tre dimensioni per ricostruire la pelle, l’idea per l’anno appena iniziato è di andare ancora oltre, sostituendo l’inchiostro della stampante con le cellule staminali, in modo da realizzare copie quasi perfette di tessuti biologici.
La presenza di social network dedicati alla sfera medica come PatientLikeMe e CureTogether, e le informazioni in essi contenuti aiuterebbero gli scienziati nell’allestimento di trial clinici. Tali strumenti potrebbero anche servire per monitorare studi già avviati. Infatti, registrando lo stato di salute e i parametri clinici attraverso sistemi elettronici come Practice Fusion, i medici riuscirebbero a capire quanto e come sia efficace un certo trattamento.
Dispositivi elettronici come Alivecor Electrocardiogram potranno monitorare costantemente il battito cardiaco con un dispositivo mobile connesso a uno smartphone e inviare i dati sulla nuvola, dove il cardiologo potrà pescarli e analizzarli a distanza in tempo reale. Ma l’idea di strumenti diagnostici mobili potrebbe riguardare anche campi diversi, e trasformare uno smarthphone in un otoscopio o in un sensore glicemico. O perché no, unire tutti i diversi strumenti in uno solo, un po’ come il Tricorder di Star Trek.
( da eHealth Forum)


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