È morto Giovanni Catti, prete, monsignore dei poveri e degli zingarelli, ma sopratutto un amico, anche di Cup2000. Assieme a Achille Ardigò, suo amico e compagno di fede e di lotta da sempre, avevamo costituito negli anni ottanta il primo ‘Comitato Misto’ per la tutela dei diritti dei malati del Rizzoli. C’erano, oltre Achille e Giovanni, Ivo Colozzi e volontari dei centri per i diritti dei malati. Visitavamo i reparti, ascoltavamo i malati e le famiglie e presentavamo puntuali rapporti alla direzione sanitaria e al Consiglio di Amministrazione, con proposte precise a tutela dei pazienti. Un lavoro difficile che richiedeva giornate passate in corsia e che ci procurava non pochi guai e nemici (un noto primario del Rizzoli chiese lo scioglimento del Comitato).
Giovanni era sempre pronto per le battaglie difficili, quelle vere, contro l’arroganza del potere.
È stato un amico di Cup2000 da sempre, dalla sua costituzione, anche nei momenti per noi più difficili, perché intravedeva, nel difficile compito della società, un’azione importante a tutela dei deboli, dei centomila anziani bolognesi che senza gli sportelli di prenotazione del Cup cittadino sarebbero stato lasciati soli con i loro problemi di salute. Non c’è stata nostra manifestazione, dai saluti di fine anno all’inaugurazione del servizio e-Care, alla presentazione di un mio libro, in cui non fosse presente.
Era un uomo libero dai condizionamenti e dalle lusinghe del potenti, che si sono ricordati di lui soltanto in epoca tarda, quando novantenne e malato non poteva più essere, per ragioni fisiche, un personaggio scomodo.
Ci mancherà.


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