Il Fascicolo Sanitario Elettronico oggi su Il Resto del Carlino

Massimo Pandolfi, giornalista de Il Resto del Carlino, commenta in un articolo sulle prime pagine nazionali del giornale di oggi la sua esperienza personale (per lui deludente) di attivazione e uso del Fascicolo Sanitario Elettronico in Emilia-Romagna. Non ha avuto problemi ad attivare il FSE, attraverso una procedura abbastanza semplice; riceve i referti medici (non tutti), ma non servizi di cui avrebbe effettivamente bisogno per un rapporto costante e meno burocratico con la sanità. A Pandolfi si potrebbe rispondere che la Regione Emilia-Romagna è stata pioniera in un contesto nazionale, questo sì  molto deludente, in cui mancano ancora i decreti attuativi della legge del 2012-13 che istituisce il Fascicolo Sanitario Elettronico per tutti gli italiani. Ma mi rendo conto che questa risposta non può essere sufficiente. Il primo Fascicolo lo abbiamo consegnato a Bologna a Romano Prodi il 20 dicembre 2009. Sono passati quasi sei anni è solo 100.000 dei 4 milioni di cittadini che hanno dato il consenso ad un uso del FSE in rete lo hanno poi effettivamente attivato (è una quota molto minore lo usa in modo abitudinario). Il problema è stato discusso all’ultima riunione del Comitato Scientifico  di CUP 2000, qualche giorno fa. Un’innovazione così radicale come quella che porta tutti i nostri dati di salute sul web e dovrebbe permetterci, con una rete già attiva in Emilia-Romagna dopo un lavoro e un investimento durato tredici anni, di avere una sanità ‘a bassa burocrazia’, non può non approdare a risultati sensibili per tutti i cittadini. Occorre che tutta la sanità entri in questo ‘matrimonio con Internet’ e con gli utenti. Di questo si dovrà parlare nell’attuare i nuovi programmi della Regione.



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