Il futuro di CUP 2000 spa e il decreto Monti sulla spending review

Molti mi chiedono quale sarà il futuro di CUP 2000 e delle altre società partecipate da Regione e Enti Locali dopo l’ultimo decreto del governo Monti sulla spending review.
Ne abbiamo parlato ieri anche con le Organizzazioni Sindacali confederali e di categoria in un incontro presso la nostra azienda. Ne parleremo domani a Roma in una riunione tra tutte le società ICT delle Regioni italiane, promosso dalla nostra associazione Assinter Italia.
Il decreto non è chiarissimo nelle sue formulazioni, ma prevede uno scioglimento di queste società a partecipazione pubblica, che svolgono servizi per i propri soci, entro la fine del 2013; in alternativa, una vendita delle quote detenute dagli stessi enti, Regioni comprese, entro il giugno dello stesso anno con la possibilità che all’atto della cessione (che deve avvenire con asta pubblica) si rinnovino i contratti in essere per ulteriori 5 anni. In altre parole le società potrebbero portare in dote ai nuovi acquirenti di mercato 5 anni di attività e di contratti (si presume anche a garanzia dell’occupazione, ma questo non è scritto nel decreto di Monti).
Non è nemmeno chiaro nel testo del provvedimento se gli enti pubblici potranno mantenere quote di azioni in queste società una volta ‘privatizzate’, ad esempio una golden share a garanzia dei servizi affidati per cinque anni e dell’occupazione.
Tutto ciò verrà chiarito, almeno si spera, in sede di conversione in legge del decreto, cioè tra poche settimane. Intanto sono già scattate norme molto limitative, per non dire bloccanti, sulle assunzioni e sui redditi dei lavoratori.
Si possono fare, in attesa dei dovuti chiarimenti istituzionali e di conoscere l’orientamento dei nostri Soci, due considerazioni:
1. il decreto del governo riguarda una miriade di società a partecipazione pubblica le quali non sempre svolgono opera meritoria. CUP 2000 spa ha invece una storia molto diversa, trattandosi di una società industriale della sanità elettronica (la prima per occupati in Emilia-Romagna e una delle maggiori in Italia), già presente sul mercato nazionale e internazionale, con prodotti di grande innovazione come il Cup, il Fascicolo Sanitario Elettronico, l’e-Care, la digitalizzazione delle cartelle cliniche, il Fascicolo Elettronico del cittadino per i comuni. In questo momento l’azienda ha in produzione oltre 40 progetti di reti elettroniche di generazione Internet (e-Health) per la sanità, i servizi sociali e i trasporti. Anche in Emilia-Romagna, tra le partecipate della Regione e del Comune di Bologna, CUP 2000 è l’unica vera realtà industriale e pertanto deve essere affrontata a sé, con uno specifico progetto di industrializzazione legato al distretto della sanità elettronica bolognese di cui da tempo si parla. Non si potrebbe fare diversamente per una realtà con 600 dipendenti e un indotto di almeno altri 400. Per fare un paragone: quando i soci della Ducati Moto, per ragioni assai diverse, hanno deciso di uscire dalla società non hanno liquidato l’azienda, ma giustamente hanno ceduto la loro quota ad una industria tedesca d’avanguardia nel campo della motorizzazione.
2. La sanità, anche quella dell’Emilia-Romagna, e tutta la pubblica amministrazione locale, compresa la nascente Aerea Metropolitana bolognese, hanno un bisogno immediato di transitare al più presto nell’era di Internet e dell’alta comunicazione. In particolare la sanità con il Fascicolo Sanitario Elettronico. CUP 2000 detiene in questo momento il principale know how per far fare alla nostra amministrazione questo salto, inevitabile per recuperare efficienza ed efficacia nei servizi e, mi sia concesso, anche un nuovo livello di trasparenza. Un motivo non secondario per preservare e valorizzare un patrimonio industriale e occupazionale innovativo di Bologna.
Permettetemi un ultima considerazione: Cup 200 spa è anche una bella azienda, con tanti giovani professionalmente capaci, con tante idee innovative e una grande volontà di fare cose nuove.


Commenti

Una risposta a “Il futuro di CUP 2000 spa e il decreto Monti sulla spending review”

  1. Massimo

    Ho letto il suo articolo sul futuro di Cup2000. Non crede che dietro il provvedimento di Monti ci siano i soliti speculatori che con pochi soldi ( a volte riciclati) si prendono le aziende pubbliche che funzionano senza garantire occupazione ed servizi di qualità ai cittadini? Non rischiate anche voi di finire nelle loro mani con la compiacenza di qualche politico? Cosa succederà quando servizi come il CUP verranno gestiti da questi signori

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