Il Natale di Cup2000

Natale 2013. Quanto tempo è passato da quel Natale del 1989 in cui i vigili del Comune di Bologna, inviati dal Sindaco Renzo Imbeni, bussarono a tutte le porte delle famiglie bolognesi (tutte, pensate!) per consegnare la CupCard, la tessera magnetica di riconoscimento per l’accesso al Cup cittadino che sarebbe stato inaugurato un mese dopo. Era una tessera bellissima, che molti bolognesi conservano ancora, con un logo argentato in cui era incisa la piccola Bologna turrita nella mano di San Petronio.
Un bellissimo regalo natalizio.
Da quell’esperienza, anni dopo, è nata Cup2000spa e con la società i progetti di welfare elettronico che hanno precorso i tempi: l’e-Care, il Cup Web, il Fascicolo Sanitario Elettronico del Cittadino, oggi finalmente legge dello stato italiano.
Progetti che parlano del futuro della sanità e del welfare di Bologna, dell’Emilia Romagna, dell’Italia.
Ma il 2013 è stato anche l’anno della discussione sulla riorganizzazione della nostra società e del Cup Metropolitano bolognese. Molti, anche i giornali, hanno parlato di uno ‘spezzatino’ riferendosi alle decisioni che i Soci di Cup2000 hanno preso il 1 ottobre scorso. In quel documento si propone infatti che 300- 350 ( se non di più), dei quasi seicento dipendenti della società, passino al settore pubblico (Asl) o al mercato, lasciando all’azienda il settore di progettazione informatico, che dovrebbe essere poi potenziato.
I Soci hanno affidato ad un Comitato Operativo composto da otto persone (cinque nominati dagli stessi soci, tre dalla direzione generale di Cup200) e a un ‘Comitato di Pilotaggio’ (composto da cinque membri: due direttori generali della Regione – Assessorato alla Sanità e alla Telematica -il Capo di Gabinetto del Sindaco di Bologna, il direttore e il presidente di Cup2000) il compito di redigere e proporre un Piano Industriale-Strategico attuativo delle Linee approvate a ottobre.
A fine gennaio questo lavoro di pianificazione dovrebbe essere concluso e deve essere valutato, nell’ambito di un percorso di confronto democratico (si discute il futuro di un’azienda di proprietà pubblica che svolge servizi d’interesse pubblico per la salute!) dagli organi istituzionali della città e della regione, dai sindacati e dai lavoratori, dagli organi aziendali
È un lavoro difficile, che deve permettere anche di valutare la fattibilità giuridica e l’effettiva convenienza economica delle soluzioni proposte, nel rispetto degli impegni formalmente assunti di garanzia dell’occupazione dei dipendenti assunti a tempo indeterminato.
I Comitati proposti sono al lavoro e dovranno confrontarsi, presentando proposte precise, assumendosi anche precise respinsabilità, poiché sono in gioco, in questa complessa operazione, tante cose importanti: il futuro del Cup Metropolitano di Bologna, in un momento in cui le liste di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitari si allungano; il futuro di un’azienda, Cup2000 SPA, che ha chiuso bene i propri bilanci per 17 anni crescendo e diventando uno dei leader della sanità elettronica in Italia; la stabilità occupazionale dei lavoratori il futuro di progetti come l’e-Care e il FSE che hanno dato lustro a Bologna in Italia e in Europa; non per ultimo, il futuro del polo della sanità elettronica bolognese, indicato come strategico nei documenti costitutivi della Città Metropolitana.
La discussione è stata difficile, a volte confusa, poiché anche Bologna e l’Emilia Romagna attraversano periodi di grave crisi economica e di confusione politica e perfino sindacale.
È facile, in questa situazione, smarrire la strada, correre dietro le chimere e gli ottimismi irresponsabili, ottenere risultati molti diversi dagli obiettivi che erano stati prefissati, perdere le innovazioni tecnologiche e sociali così difficilmente costruite, portare un’azienda sana nella palude della crisi, per poi scaricare sul management ogni responsabilità.
Il management aziendale di Cup2000 ha svolto, in questo anno veramente tumultuoso, con grande senso di responsabilità e con competenza, una difficile e costante azione per garantire la tenuta economica dell’azienda ( o comunque preservarla da danni maggiori), portare avanti i progetti innovativi della sanità – in primis il Fascicolo Sanitario Elettronico, una innovazione epocale della sanità – valorizzare la professionalità dei lavoratori e tutelare la loro occupazione
Questa azione continuerà nei prossimi mesi, fino alla completa definizione del nuovo piano industriale.
È un compito faticoso, ma indispensabile per preservare e dare un futuro ad un patrimonio di innovazione, di tecnologia e di competenze che qualifica Bologna e l’Emilia Romagna e si pone – come amava ricordare Achille Ardigò – ‘dalla parte del cittadino’.
A tutti un Buon Natale


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