Venerdì mattina alla Bocconi, nelle sede ultramoderna di Milano tutta acciaio e legno chiaro, AssinterAcademy ha chiuso il corso 2021, interamente dedicato al PNRR osservato a quattro dimensioni: Digitalizzazione della sanità (eHealth e FSE), Modernizzazione della PA, Rivoluzione verde e transizione digitale, Management delle società in house. 20 giornate di studio – da maggio a novembre – intere, intense, nelle aule del Politecnico di Milano, della Bocconi e della vecchia facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna. Oltre 600 presenze, ma la cosa abbastanza straordinario è una ‘partecipazione mista’ in aule reali e virtuali, tra tanti discenti delle società in house delle regioni e dei ministeri e progettisti di otto tra i più grandi gruppi del mercatoICT italiano e internazionale. Assieme, nello spirito pre-competitivo della legislazione e della cultura europea. Per studiare soluzioni tecnologiche e servizi innovativi prima che ognuno segua la sua strada, correttamente, nelle gare dove dovrà vincere il migliore. Stefano Parisse , del Dipartimento della trasformazione digitale e Raffaella Saporito della Bocconi hanno fatto il punto della situazione. Come trasformiamo in progetti i 200 miliardi del PNRR? E come diamo con questi soldi una formidabile spinta alla trasformazione digitale del paese, a quel ‘cambio di medium’, per parafrasare McLuhan, di cui l’Italia e l’Europa hanno bisogno se vogliono andare oltre l’era Covid? Ma a ben vedere anche oltre tre lustri striscianti di crisi economica. C’è un soggetto pubblico, la PA, che riceve questi soldi messi a disposizione dall’Europa. Una PA centrale, regionale e locale che deve, con le riforme e i progetti, ottenere una straordinaria riduzione del tasso di burocrazia e un altrettanto straordinario trasferimento di servizi ai cittadini. Sopratutto per le famiglie in difficoltà, a basso reddito, per le imprese impoverite dal Covid ma anche da quindici anni di crisi. Per poter compiere in tempi così rapidi, pochi anni, quest’operazione, la PA ha bisogno di rivedere tutte le regole di funzionamento burocratico e macchinoso dei suoi uffici. A partire da quelli che ‘spendono e acquistano’: il sistema del procurment pubblico. Questo compito non può essere svolto semplicemente da ministeri e assessorati. Occorre utilizzare strumenti tecnologici al servizio della PA oggi costituiti dalle società in house che vanno a questo fine potenziate di organizzate. Come fanno ormai tutti i paesi europei. Le società in house non devono sostituire il mercato o produrre in concorrenza con il mercato. Devono invece svolgere la funzioni essenziale di ‘soggetto terzo’ tra domanda pubblica e offerta tecnologica di mercato. Devono rispondere all’imput di Ministeri, Regioni e Comuni (ci sono anche in House dei comuni) ma con occhi attenti alle dinamiche tecnologiche del mercato, alle innovazioni che maturano nel mondo scientifico e accademico e perfino ai bisogni dei cittadini. Così è nato il fascicolo sanitario elettronico, forse la più importante innovazione in campo digitale che l’Italia ha portato in Europa. Nello stesso modo possono nascere i più importanti progetti previsti dalle 6 mission del PNRR. Assinter Academy alimenta, da diversi anni e in modo decisamente originale, questa prospettiva culturale. Per un confronto costate tra i principali poli scientifici del paese, l’innovazione di mercato e il sistema pubblico della PA.
Nella foto: confronto finale con i dirigenti di AssinterItalia, Diego Antonini, Enrico Zanella, David Vannozzi, alla Bocconi, venerdì 19 novembre
Il PNRR, il mondo delle ICT in House e la strana esperienza di Assinter Academy
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