Insediato il Comitato Scientifico della Regione Emilia Romagna per la governance dell’Agenda Digitale. Piera Magnatti, Luciano Baresi; Roberto De Rienzo; Fabio Maccaferri; Mauro Moruzzi; Paola Salomoni; Cesare Stefanelli; Franco Zambonelli sono i componenti del nuovo Comitato Scientifico che dovrà accompagnare nei prossimi tre anni l’attuazione dei programmi di digitalizzazione dell’Emilia Romagna. Ieri prima riunione in Regione.
Oggi, a mio parere, il principale problema è rappresentato dall’acquisizione di una nuova cultura del digitale. Occorre pensare alla dematerializzazione della sanità e della PA non in funzione dell’amministrazione, ma dei servizi digital per il cittadino. Servizi ‘human factors’ – come si dice in in gergo tecnogico – cioè accessibili ‘real time’ con le tecnologie (in sviluppo dinamico) che la gente usa quotidianamente (perché non posso aprire il mio FSE con Whatsapp?). Inoltre è necessario utilizzare con la stessa facilità la grande massa di dati dematerializzati disponibili (ad esempio in sanità) per personalizzare gli stessi servizi (medicina di precisione) e renderli ‘predittivi’ (ti curo sapendo che ti ammalerai in futuro). Questo concetto vale per tutti i servizi, dalla mobilità, alla salute, all’ambiente, alla cultura.
Non è più accettabile una visione ‘amministrativa’ della digitalizzazione. Inoltre, la PA non deve sostituirsi al mercato in cose che le imprese sanno fare meglio della pubblica amministrazione – se questa fa rispettare le regole – come le infrastrutture tecnologiche o le reti Wi Fi (a proposito, arriverà anche in Emilia Romagna la rete 5 G che ci permette un miglior accesso ai servizi?).
C’è consapevolezza di ciò ai livelli alti della governance regionale e delle cinque università dell’Emilia Romagna presenti nel Comitato Scientifico? Vedremo nei prossimi incontri.
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