La Scuola dei Diritti dei Cittadini dell’Associazione Achille Ardigò. L’autonomia della solidarietà.

Ieri l’Assemblea dell’Associazione Achille Ardigò ha discusso su come realizzare la Scuola dei Diriritti dei Cittadini nel welfare sanitario e assistenziale. Il tema ha una rilevanza epocale. Il cittadino, perduti ( senza rimpianti) i tradizionali e principali  canali di partecipazione politica-partitica ed istituzionale, vive in maniera sempre più personale e impotente la tutela del diritto alla salute e all’assistenza. In molti casi la situzione è drammatica, per pensionati, anziani soli, ma anche famiglie a basso reddito non inserite nei canali istituzionalizzati dell’assistenza di cui, pur tra tanti problemi., usufruiscono immigrati e consistenti settori marginalizzati della popolazione residente. 

Dice Simona che ” non si può non partire dal diritto fondamentale del malato: il diritto all’autodeterminazione delle cure, al ‘nothing about me without me’.” Poi elenca: ” il diritto di accesso alle cure, che implica il tema delle disuguaglianze sociali …il diritto a cure appropriate e scientificamente valide  ..il diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari. Diritto all’integrità personale – e a rimanere persone anche da malati… ”

Io cercherei però di aggredire, con lo studio sociologico, il nocciolo duro, centrale della questione: la perdita di potere della persona rispetto ai poteri organizzati, più o meno istituzionalizzati. Come direbbe Ardigò, rispetto ai poteri forti vecchi e nuovi: il micro che diventa sempre più micro e il macro che diventa sempre più macro. Un fenomeno che si verifica a tutti i livelli, perfino nel volontariato che tende a istituzionalizzarsi e a diventare fonte di business, come accede nell’assistenza sociale. Per aggredire la questione dei diritti occorre quindi fare cultura e  scuola.

Un ciclo di lezioni dall’autunno – verrà richiesta la collaborazione con l’Università di Bologna con la quale abbiamo sottoscritto un protocollo triennale per iniziative comuni –  in cui cercheranno di vivisezionare questa perdita di potere a danno della persona rispetto ai circuiti organizzati della politica, dell’economia, delle istituzioni. Andremo alla ricerca di forme autentiche e autonome di volontariato e di solidarietà, non contaminate da logiche di sudditanza o di entrismo. Esploreremo le grandi opportunità offerte dalla Rete, da Internet, per una pratica di autonomia solidale. Cercheremo di far luce sui fenomeni di collateralismo, di perdita di autonomia del volontariato sociale. Verificheremo se quel pullulare di ‘fai da te’ messo in atto, soprattutto attraverso la Rete, il web, da tanta gente, da gruppi vari, possa diventare una forma di partecipazione che si affianca a quella istituzionale ( e da questa riconosciuta essenziale, come avrebbe voluto Ardigò).

Faremo, con chi si iscrive ( l’iscrizione sarà gratuita, chi vuole potrà donare qualcosa alla Congregazione della Misericordia che ci ospita) un lungo cammino culturale attraverso le forme impervie, spesso illegali, della limitazione dei diritti del cittadino; ma anche nel mondo del riscatto, della tutela e dell’autentica  e autonoma solidarietà urbana. 

  


Commenti

2 risposte a “La Scuola dei Diritti dei Cittadini dell’Associazione Achille Ardigò. L’autonomia della solidarietà.”

  1. Verdad: non si può parlare di diritti senza parlare di potere. O forse no? Se affermo di avere un diritto, o, meglio, di “essere nel mio buon diritto”, non assumo necessariamente di avere il potere di farlo valere, né tantomeno è il potere di farmi valere a darmi un diritto. Insomma: certo, parlare di diritti trascurando la possibilità, i mezzi, le condizioni in cui farli valere ha della presa in giro, ma tuttavia le due cose vanno tenute distinte con cura. Se parlo di diritti parlo di qualcosa di universale, di giustizia, di ciò che io e tutti i miei simili devono poter ottenere in nome della comune appartenenza all’umanità, o a una collettività civile, una civitas.
    Poi, certo, sarà importantissimo riflettere su cosa voglia dire “universale” nella prospettiva sistemica, domandarsi chi e in che senso sono i miei “simili”, analizzare come cambia la nozione di diritto in relazione ai cambiamenti nella relazione fra il sistema e individuo, leggere il potere innanzitutto come potere di de-finire, semplificare, tracciare confini, o leggere questo tipo di potere nel rapporto fra medico e paziente.
    E sarà fondamentale, più a terra, insegnare ai pazienti quali sono i loro diritti e come farli valere.
    Ma teniamo ferma la distinzione, perché quando parliamo di diritti facciamo un discorso che è inevitabilmente politico: che attiene a ciò ch’è giusto nella polis, a prescindere dal potere dei singoli di affermare le loro esigenze, e del sistema di definire quali “realmente” esse siano.

  2. Barbara Montanari

    Desidero essere informata riguardo le iniziative dell’associazione ed eventuali modalità di adesione all’associazione stessa,
    Cordiali saluti,
    Barbara Montanari

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