Liste di attese e labirinti per una prestazione sanitaria. Perché non si implementa il Cup Automatico? Oggi La Repubblica fa un quadro nazionale. Qualche miglioramento ma resta una giungla incomprensibile. Un labirinto del cittadino. Ad esempio, a Bologna non si comprende lo squilibrio tra i tempi della Asl è quello dei maggiori ospedali, come in San Orsola e Maggiore (e la situazione non è migliore al Rizzoli). Proprio dove le visite specialistiche e gli esami diagnostici dovrebbero essere più qualificati.
In sostanza pare, dai dati, che a sostenere il carico maggiore siano i piccoli ospedali di provincia ( spesso molto lontani dalla città) e le strutture private accreditate, con notevoli disagio per l’utente che si vede di fatto escluso, se non paga, dai più qualificati ospedali pubblici della Città (non mancano le eccezioni positive, come l’oculistica del Maggiore).
Di recente il Comitato Scientifico di Cup2000 ha presentato alla Regione a Emilia Romagna un progetto di ‘CupAutomatico’ che permette, in tempo reale, di conoscere lo stato di attesa di una prestazione sanitaria nel momento in cui il medico di famiglia ( o specialista) la prescrive.
Il Cup Automatico collegato al FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico ) ti invia un sms o un WhatsApp dicendoti subito dove ti puoi recare per effettuare la prestazione: il posto più vicino a casa o al lavoro. Solo se vuoi cambiare l’appuntamento devi recarti al Cup. È stato anche presentato alla Commissione sanità del Consiglio Regionale e attende l’ok della Regione. I tecnici di Cup2000 lo possono implementare, se autorizzati dall’Assessorato competente, in poco tempo.
La Scuola Achille Ardigò per i Diritti dei Cittadini ha promosso una ricerca, in collaborazione col’Università di Bologna, su questi argomenti e sui tempi di attesa in sanità, presentata a chiusura del Corso 2017 il 23 novembre, alla Misericordia di Bologna. Dai contenuti della ricerca, che verranno prossimamente resi pubblici, emerge che gli stessi dati sulle liste di attesa non sono di fatto accessibili e che il sistema Cup Metropolitano, un tempo vanto della Città di Bologna, ha subito recentemente un grave stato di degrado a danno della trasparenza e semplificazione del sistema di accesso; che c’è una generale passaggio dalle visite ed esami effettuai in regime di servizio pubblico a quelle a pagamento in libera professione o in strutture private.
Riprenderemo presto questo tema nei programmi di attività della Associazione Achille Ardigo.
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