Il contenimento dei tempi di attesa per le visite specialistiche e gli esami diagnostici dei cittadini è una priorità nelle strategie di welfare dell’Europa. Sotto è riportato un intervento previsto dalla Regione Toscana, per tradizione e cultura politica sensibile ad una sanità ‘dal lato dei cittadini’.
Leggendo il resoconto dei provvedimenti dell’Assessore alla sanità della Toscana Luigi Marroni – non conosco ancora il testo integrale – si notano alcune cose interessanti su cui anche l’Emilia Romagna dovrebbe riflettere.
Innanzitutto si comprende benissimo che la Giunta regionale, il Governo regionale della sanità, non controlla la situazione attraverso le Asl, cioè attraverso gli organi deputati per legge a gestire la sanità per i cittadini. È costretta a varare ‘piani speciali’, a istituire ‘tavoli’ regionali e locali, ecc. Viene da chiedersi di cosa si occupano ‘ordinariamente’ le ASL se non dell’accesso dei cittadini alla sanità? Ma non è tutto. È inoltre evidente, leggendo il resoconto del provvedimento, che la stessa Giunta regionale è in affanno sui dati dei tempi di attesa delle visite. Detta in altre parole non si fida fino in fondo di quelli dichiarati dalle ASL ( devono dichiararli per legge!) al punto da istituire una commissione super-parte di cinque professionisti e di spendere per tutto questo lavoro di monitoraggio de dati ‘veri’ mezzo milione di Euro.
Io, francamente, non mi sento di criticate l’Assessore toscano Luigi Marroni – una persona che stimo e conosco personalmente da lungo tempo – per questa pur ingente spesa di monitoraggio. Credo che sia giunto alla conclusione che i dati fornitigli dalle direzioni generali e sanitarie delle sue Asl (ripeto: la legge obbliga queste direzioni a fornire i dati sui tempi di attesa) non sono attendibili e che la gente quando ha bisogno di una ecografia o di una visita specialistica vive questa drammatica contraddizione. Ma in questo modo il governo regionale della sanità dichiara, assieme alla buona volontà, anche la su impotenza a risolvere il problema strutturalmente.
C’è infatti un altro modo per affrontare la questione ‘dal lato dei cittadini’ come diceva Achille Ardigò. Con il Fascicolo Sanitario Elettronico dato – come prevede, ancora una volta, la legge nazionale sull’Agenda Digitale Italiana – a tutti i cittadini, i tempi di attesa di una visita specialistica prescritta da un medico di famiglia sono automaticamente registrati. Chi governa la sanità in regione può conoscere in qualsiasi istante cosa è stato prescritto ai cittadini è cosa è stato erogato e con quali tempi di attese. Non soltanto: può verificare se quelle richieste sono state evase dal servizio pubblico oppure, come spesso accade, in libera professione a pagamento o dalla sanità privata. Tutti questi dati, in formato anonimo, possono essere in qualsiasi momento disponibili e consultabili per i provvedimenti del caso. Lo stesso cittadino può verificare la sua situazione in tempo reale. A condizione, ovviamente, che si attivi il FSE in modo diffuso, che lo si integri con il CupWeb regionale, e che si governo il sistema recependo in modo strutturale queste informazioni di una sanità del tempo di Internet. In Emilia Romagna – e presto in Toscana – tutto ciò sarebbe già possibile
Regione Toscana
“Tempi di attesa nella sanità toscana, da settembre obbiettivo 90%. Marroni: una delle 7 azioni prioritarie
FIRENZE – Dieci milioni alle aziende sanitarie per la messa a punto di piani straordinari, un tavolo di monitoraggio per verificare costantemente l’efficacia degli interventi, dal mese di dicembre un numero verde a disposizione dei cittadini.
Sono alcuni degli strumenti che la Regione Toscana adotterà a partire dal prossimo mese di settembre, per migliorare l’accesso alle prestazioni sanitarie. Obiettivo: eliminare le criticità strutturali entro dicembre.
Al 90% i tempi dovranno essere quelli previsti: 10 giorni per il codice “breve”, e 30 giorni per le necessità “differibili”.
Lo prevede la delibera “Ridefinizione delle modalità di accesso e dell’organizzazione dell’offerta clinico-diagnostica territoriale”, approvata dalla giunta nella sua ultima seduta, e illustrata stamani dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e dal direttore generale dell’assessorato Valtere Giovannini nel corso di una conferenza stampa.
“Quella delle liste di attesa – ricorda l’assessore Marroni – è una delle 7 azioni prioritarie su cui abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione e la nostra azione nel 2014. Finora abbiamo già affrontato la riorganizzazione delle attività chirurgiche, in particolare per quella oncologica, il miglioramento dell’offerta di prestazioni odontoiatriche, la salute di genere. Da settembre ci dedicheremo al miglioramento del sistema di governo delle liste di attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale».
«La gestione delle liste di attesa – aggiunge Marroni – è, non soltanto in termini di efficienza, una delle maggiori criticità nell’organizzazione dei servizi sanitari, in Toscana come nelle altre regioni. E necessario quindi dare una risposta strutturale a questo problema. Con questa delibera, le aziende riceveranno proposte, e risorse, perché fin da settembre mettano in atto iniziative specifiche per il loro contenimento».
Alle aziende verrà dato un contributo finanziario di 10 milioni per il triennio: 4 per il 2014, 3 per il 2015, altri 3 per il 2016. Con questo contributo, ogni azienda dovrà definire e rendere operativo entro il 15 settembre un Piano straordinario per la riduzione delle liste di attesa, da realizzarsi nel periodo settembre-dicembre 2014.
All’esito di questo Piano straordinario sarà legato, per il periodo settembre-dicembre 2014, il sistema di valutazione delle direzioni aziendali.
Il Piano straordinario prevede lo sviluppo nel triennio di due livelli di azioni, temporalmente diversi ma tra loro intimamente correlati. Il primo livello prevede, con le risorse dedicate nel primo anno (4 milioni di euro), una risposta immediata per garantire in ogni azienda, a partire dalle aree di maggiore criticità, l’obiettivo di una significativa riduzione dei tempi di attesa, già dal mese di settembre, sia per l’attività clinica che per qualla diagnostica strumentale, con la massima efficienza delle competenze e delle tecnologie disponibili.
Queste le modalità indicate dalla delibera per questa parte del progetto: – la definizione e il fabbisogno in termini numerici e di costo economico di prestazioni, a partire dalle aree di maggiore criticità; – l’ottimizzazione degli spazi e delle tecnologie; – la valorizzazione delle relazioni sindacali e della disponibilità dei professionisti della dirigenza medica; la definizione di accordi specifici con le associazioni e i privati accreditati; – il rafforzamento delle strategie di comunicazione verso i cittadini; – azioni di sviluppo dei flussi informativi previsti dalle normative regionali.
Nel contempo, sempre da settembre, sarà avviato un nuovo percorso Viene istituito unTavolo di Monitoraggio per la gestione delle liste di attesa, composto dal direttore generale dell’assessorato, da dirigenti e funzionari esperti in programmazione e gestione delle liste di attesa, oltre che dai direttori sanitari di ciascuna azienda.
Il Tavolo, che si riunirà con cadenza bimestrale, sarà supportato da 5 professionisti coinvolti nel progetto, arruolati attraverso specifiche borse di studio, per complessivi 540.000 euro per il triennio 2014-16. A regime, sarà previsto un sistema di verifica del rispetto dei tempi di attesa, anche attraverso un numero verde regionale, e modalità che garantiscano al cittadino di ricevere la prestazione richiesta nei tempi previsti”.
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